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Migliaia di catanesi di buon mattino affollano la Basilica Cattedrale per il primo incontro con la Santa. L'atmosfera e' fortemente emotiva. Sant'Agata viene portata dai devoti infagottati nel "sacco", prima sull'altare centrale poi sulla "vara" (il fercolo), in un ondeggiare del suo busto, ricoperto di gioielli, donati anche da re e imperatori, tra cui la croce offerta da Vincenzo Bellini, procede simile a una barca con mare mosso, e tra battimani e sventolii di fazzoletti bianchi, che compongono come un volo di gabbiani, si incastona tra i fregi e le decorazioni del barocco urbano. Una scenografia che nessun regista saprebbe ripetere, ne', tanto meno, inventare.
Dopodiche' il fercolo con il Busto reliquario di Sant'Agata e lo scrigno argenteo, di fine oreficeria, con le rimanenti Reliquie, inizia il giro esterno (dei "viddani") attraversando Porta Uzeda, via Dusmet con i caratteristici archi che sorreggono la ferrovia e sotto cui, una volta, si increspava il mare, vicino alla via Biscari dove pare sia nata la nobile Agata.
Un passaggio atteso è quello che va da piazza Carlo Alberto, dalla fiera, sino a piazza Stesicoro. E qui entriamo nei luoghi piu' cari ai catanesi, luoghi del culto, perche' tra queste mura antiche Sant'Agata subì il carcere e il martirio, e dove, dopo atroci sofferenze, morì. Momento spettacolare anche questo. Le migliaia di devoti tirano di corsa il pesante fercolo per tutta la salita dei Cappuccini, fermandosi a meta' per fare omaggio al Sacro Carcere. Quindi la seconda rampa e sosta a Sant'Agata la Vetere, la prima Cattedrale di Catania e primo luogo di sepoltura della Patrona (ma c'e' chi sostiene che fu sepolta in piazza Carlo Alberto all'interno del santuario S.S. Annunziata, meglio conosciuto come chiesa del Carmine).
La sera il percorso nella Catania popolare: via Plebiscito, Fortino, S. Cristoforo. In questi quartieri la festa viene vissuta in modo diverso. Case aperte, illuminate, festanti; bar strapieni per tutta la notte. Musiche, bancarelle con torrone, calia, griglie mobili per arrostire carne di cavallo. Balconi illuminati, edicole illuminate e infiorate con l'effigie della santa, vetrine di negozi e bar con artistici modelli delle candelore. Grandi fuochi d'artificio prima del rientro, non senza il brivido di un sottopasso a risico della marina (sino al 1992 si e' fatto di corsa), e ancora attraverso la Porta Uzeda nella Basilica Cattedrale mentre la notte ammorbidisce il buio se non alle prime luci dell'alba.