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Al giorno d'oggi, le candelore (i cannalori, in catanese) sono dodici e rappresentano le corporazioni delle arti e dei mestieri della città. Si tratta di grosse costruzioni in legno riccamente scolpite e dorate in superficie, costruite, generalmente, nello stile del barocco siciliano, e contenenti al centro un grosso cereo. Questi imponenti ceri dal peso che oscilla fra i 400 ed i 900 chili, vengono portati a spalla, a seconda del peso, da un gruppo costituito da 4 a 12 uomini, che le fa avanzare con una andatura barcollante molto caratteristica detta 'a 'nnacata. Un tempo superavano il numero di trenta: la guerra, lo sconquasso e la scomparsa di alcuni mestieri comportarono dolorosi tagli. Undici cerei grandi e uno piu' piccolo, candelabri che illuminano il percorso della processione. Camminano in ordine di anzianita', anche se tra i "Rinoti" e gli Ortofloricultori ci fu lotta aspra per il primo posto. Al giorno d'oggi apre il cereo voluto da mons. Ventimiglia, segue quello dei "Rinoti" dono degli abitanti del quartiere San Giuseppe La Rena, con i bellissimi quattro grifoni alla base. Segue il cereo degli Ortofloricultori (giardinieri e fiorai) in stile gotico, con le statue dei martiri e vescovi catanesi. In cima c'è ora la boccia, ma per molto tempo campeggiò un mazzo di fiori. Un grande e totale restauro nel 1970-
La festa piu' attesa per le candelore, dopo che per giorni hanno girato la citta', in lungo e in largo, è quella del giorno 3 alla pescheria